Luca Anacoreta: il Brazilian Jiu Jitsu

Definire Luca Anacoreta il futuro del BJJ Italiano è probabilmente un affermazione anacronistica; Luca Anacoreta è sicuramente, insieme a qualche altro nome, il presente di questa disciplina ed il suo palmares parla per lui.

Ciao Luca, benvenuto su 2duerighe, ti ringrazio in anticipo per il tempo dedicatoci e senza perder troppo tempo ti chiedo da subito com’è nata la tua passione per il BJJ.

Mi avvicinai a questa arte marziale grazie a mio fratello Fabio che provò il BJJ in Brasile per caso visto che era in vacanza!

Tornato a casa mi convinse a cercare una palestra dove praticassero Jiu Jitsu.

Ne trovammo una a 45 minuti da casa, non fu facile perchè la palestra era distante e non c’erano molti praticanti o alternative.

Tempo fa ti chiesero a quale campione ti ispiri, la tua risposta fu Terere nelle battute iniziali per poi aggiungere Leandro Lo data l’evoluzione di quest’arte. Sei ancora dello stesso parere?

Terere resta e resterà uno dei miei preferiti mi ispiro tutt’ora a lui; si anche Leandro Lo mi piace molto, ho preso moltissimi spunti da lui, sono rimasto dello stesso parere. Rubo con gli occhi un pò da tutti i lottatori, poi in base allo stile e alle tecniche che vedo le adeguo al mio modo di lottare.

Sei tornato con una medaglia d’argento dall’Europeo di Lisbona, dai social si evince (nonostante il buonissimo risultato) un po’ di rammarico per il mancato primo posto. A mente lucida: cosa è andato storto in finale?

Perdere in finale per me resta una sconfitta quindi non riesco a gioire per questo.

Avevo visto qualche sua lotta sapevo fosse bravo a passare la guardia quindi il mio obiettivo era scambiarci in piedi purtroppo però in piedi era molto bravo ed è riuscito a proiettarmi guadagnando 2 punti, da li in poi ho attaccato di continuo senza riuscire a recuperare quei maledetti 2 punti.

Ho sbagliato strategia, purtroppo fa parte del gioco.

Mi sono già rimboccato le maniche spero di rincontrarlo al più presto.

Domanda di rito: il ricordo più bello legato alle competizioni.

Uno in particolare non ne ho però due non li dimenticherò mai: la prima volta che riuscì a fare podio al Mondiale (perdendo la finale per decisione arbitrale dopo 7 lunghissime lotte) ed il mio primo titolo Europeo vinto finalizzando tutte i miei avversari.

Oltre a competere sei un insegnante, quali doti sono necessarie per svolgere questo compito al meglio e quali sono invece gli errori sui quali è fondamentale non incappare.

Carisma, conoscere la disciplina e saperla trasmettere insieme ai valori sportivi e marziali.

Un grosso errore è non dare delle regole ben precise.

Quali valori cerchi di trasmettere ai tuoi allievi?

Umiltà, rispetto e che se si è determinati si può andare molto lontano.

BJJ in Italia: quanto siamo lontani dai paesi di “prima fascia” e cosa manca per colmare questo gap.

Con il cuore in gola, devo dire che ci siamo allontanati molto dai paesi di prima fascia, un pò’ perchè l’Italia non da molte opportunità agli atleti ma molto anche perché siamo diventati un popolo pigro e ci accontentiamo di esser i fenomeni del nostro orticello o peggio ancora di illudere il pubblico con i nostri social e le nostre medaglie “finte”, ci bastano i complimenti ed i like su Instagram e Facebook, andare a battere il più forte è passato di moda.

Torniamo alla tua carriera come atleta, prossimi obiettivi da raggiungere?

Il mio primo obiettivo era quello di farmi tornare la voglia di allenarmi e crederci come una volta e fortunatamente ci sono riuscito, dopo un lungo periodo mi è tornata la fantasia, i miei obiettivi sono vincere e far vincere i miei allievi, è un obiettivo che va ormai di pari passo.